RASSEGNA STAMPA – “L’approccio paternalistico crea solo distorsioni” da Milano Finanza del 04/02/2023.

Data di pubblicazione 14 Febbraio 2023
Marco Tofanelli, Segretario Generale #Assoreti, è intervenuto su Milano Finanza nell’ambito del disegno della nuova proposta legislativa della Commissione Europea – EU Retail #InvestmentStrategy – sul tema dell’eliminazione del meccanismo di retrocessione.
<< Si discute animatamente sugli incentivi sottostanti la #ConsulenzaFinanziaria commission-based (la legittima remunerazione del servizio quindi), ritenendoli eccessivi e non in grado di limitare a sufficienza i possibili conflitti di interesse: su questo presupposto/preconcetto, in sede comunitaria la proposta è addirittura di valutare se vietare il modello di servizio, imponendo esclusivamente quello fee-based. Dò per nota la oramai invero riconosciuta sostanziale equivalenza dei costi medi complessivamente applicati ai clienti retail nei due modelli, e richiamo qui l’attenzione sui presupposti “dimenticati” necessari ad un drastico intervento legislativo che, in realtà, priverebbe dei benefici della consulenza soprattutto i piccoli investitori, non disposti a pagare una fee dovuta anche nel caso in cui non dovessero compiere alcun investimento (c.d. advice gap), “dimenticando” ancora che l’attuale regolamentazione, nel riconoscere la possibilità di scelta tra le due differenti modalità di prestazione del servizio, ha democraticizzato la consulenza, creando valore per la protezione degli investitori (anche piccoli) dai rischi dei mercati e dalle insidie del social investing >>.

 

<<Credo che la proposta di introdurre il divieto di una modalità di servizio “non fallita” vada nella direzione non auspicabile di “inceppare i meccanismi” a detrimento dell’investitore, il cui interesse andrebbe tutelato continuando a garantire la possibilità di scegliere tra due modelli di prestazione del servizio di #ConsulenzaFinanziaria. La valutazione di un legislatore si misura sulla capacità di saper sviluppare modelli di protezione che consentano al risparmiatore di “crescere”, di scegliere tra le alternative di investimento, potendo ben considerare i loro possibili esiti in termini di rischi, rendimenti, durata; e contestualmente, di saper sviluppare metodologie che consentano (o meglio impongano) all’intermediario di conoscere i clienti, valutandone propensione ed attitudine al rischio, attraverso informazioni acquisite mediante tecniche di valutazione indirette; per ciò, la necessità di garantire adeguati presidi ai conflitti di interesse e una rigorosa informativa>>.

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